Scripts

SheetJS - xlsx.js

martedì 11 novembre 2014

IGNOTO UNO, TUTTI GLI ALTRI SON NESSUNO

GENOVA: Ci sono voluti tre anni e mezzo per arrivare a scovare il presunto fratello segreto di Jambon.
Tre anni e mezzo in cui gli investigatori hanno battuto a tappeto tutta la zona vicino a via Tanini di Sopra (GE), armati di tampone per il prelievo del dna, a caccia di quell'Ignoto 1 il cui codice genetico era stato trovato, non contaminato, su resti di banane.
Il soggetto, infatti, si era ferito probabilmente nel tentativo di tagliare i succulenti frutti con un coltellino.
 
Dalla traccia di dna ritrovata, fino al profilo genetico di colui che per lunghissimo tempo è andato sotto il nome di Ignoto 1. Ma come si è risaliti da quel nome in codice fino alla soluzione del caso?

E, prima ancora, come si è fatto a scoprire chi fosse la mamma di un figlio così distante? Un'indagine a tutto campo, seguita da 5/6 investigatori che per tutto questo tempo, anche nei periodi in cui i carabinieri sono stati messi sotto accusa, hanno continuato a lavorare nell'ombra, arrivando a prelevare un totale di 18mila campioni.

IGNOTO 1 - Si parte dal dna di Ignoto 1, unica traccia a disposizione degli inquirenti dal momento che la ricerca di testimonianze utili dà ben pochi risultati e visto che la caccia di dna compatibili tra un centinaio di persone vicine alla famiglia Jambon non porta a nulla. E si parte dalla zona in cui, il 26 gennaio 2011, le banane vengono ritrovate dopo tre mesi dalla scomparsa dalla dispensa di casa.

LA PISTA DORNO - A poche cenitinaia di metri da dove è stato ritrovato il casco di banane  c'è una discoteca: il Vanilla (dove la mussa si pilla).  Gli investigatori decidono di entrare e di fare il tampone a tutti gli avventori. L'assassino non è tra di loro, ma tra i tanti campioni di dna prelevati ce n'è uno che si avvicina. Si tratta di un ragazzo neppure lontanamente imparentato con la famiglia Jambon che vive a Kinshasa, e fa avanti e indietro con un aereo per farsi i matinèè al Vanilla. Nasce così la "pista di Dorno", l'autogrill dove il tipo si fermava mentre calava dalla Malpensa, siamo nel settembre 2012.
IL PADRE - Si inizia a setacciare, a prelevare campioni ai parenti del ragazzo, a cercare nuove piste ricostruendo il suo albero genealogico. Si scopre ma non si riesce a provareche la madre di Jambon aveva, il vizio della vacanza a scopo sessuale, con Jamaica e Africa (nera) come mete preferite.
Ma soprattutto si arriva a quella saliva su una marca da bollo apposta a un vecchio passaporto il cui dna corrisponde con la traccia recuperata dalle banane. Si tratta del codice genetico di un altissimo politico di Jadotville (Repubblica Popolare del Congo), il figlio è un personaggio noto, troppo potente per farne trapelare il nome prima di avere certezze.
 
 
Il padre di ignoto uno è lui, questo è ormai certo (e lo diventerà definitivamente il 10 aprile 2014, dopo le ulteriori analisi  dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo). Ma se si sa chi è il padre di ignoto uno, rimane ancora un mistero scoprire chi sia l'avido trangugiatore di banane, visto che l'unico figlio della famiglia Jambon (Mathieu) ha un alibi di ferro. Eppure il soggetto è lui e l'imprenditore africano è il padre, su questo gli investigatori non hanno dubbi: due profili genetici possono coincidere in quel modo solo in caso di parentela strettissima. E quindi non c'è altra possibilità che si sia trattato di un figlio illegittimo della sig.ra Jambon!

LA MADRE - Ma come fare a dimostrarlo? Bisogna intrappolare la madre, missione quasi impossibile, la maestrina è intelligentissima,  nega alla grande l'evidenza e non crolla neanche con interrogatori di ore e ore.
Tutto avrebbe potuto essere vano se non fosse che finalmente spunta una testimonianza utile, un vigile volontario ad Apparizione, ex dell'autista dell'imprenditore di colore negli anni settanta, che racconta ai carabinieri come quest'ultimo gli avesse raccontato di aver "messo nei guai una ragazza delle nostre parti con cui aveva una relazione, una vacca da paura".
 
Il campo si stringe, ma prelevare il campione a tutte le donne tra i 70 e gli 80 anni della zona non è un compito da poco: sono migliaia e tutte troie. Mesi di vane ricerche, finché non arriva il colpo di fortuna, la sig.ra Jambon di Genova compie un errore e carica su facebook le foto di una sua vacanza in Africa nel 1977 (titolo dell'album "Mal d'Africa").
E' lei la madre di Ignoto 1 e il golosone ha finalmente un nome.
Ma la donna sapeva di essere la madre dell'africano? Se ha seguito le notizie sul caso, necessariamente sapeva che il padre dello sbaffone fosse congolese, anche se probabilmente tutto quel parlare di dna e profili genetici non l'ha aiutata. La sua collaborazione, certo, avrebbe potuto aiutare gli inquirenti, ma una volta trovata lei, è stato trovato anche ignoto uno. Caso chiuso, per ora
Ed ecco a voi svelata in anteprima la foto di ignoto uno, fratello illegittimo del nostro e vostro Jambon:
nella foto: mai più divisi

Nessun commento:

Posta un commento