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nella foto: il genio |
Qualche anno fa era come adesso, non avevamo un cazzo da fare, allora non facevamo neppure finta di avere impegni così, dopo qualche serata passata a dire cazzate, forse colpevole il tasso alcolemico elevato in qualcuno di noi, era venuta fuori l'idea di fare un libello su un argomento che ci stava molto a cuore in quel periodo.
Dopo qualche giorno Xeb (9 marzo 2006, quasi 10 anni fa) ne venne fuori con questo capolavoro, che oggi, a distanza di anni, la redazione propone con incommensurabile gioia ma anche con una vena malinconica, al pensiero di cosa potrebbe essere questo merda di blog nelle mani sue.
Giovani
e Babbi visti da Xeb.
Nello
stesso istante in cui al nostro gruppo di eterni mentecatti è nata la malsana
idea di provare a scrivere questo ciarpame, mi è balenata in testa la più
scontata delle domande : Sono stato giovane oppure babbo?
La
risposta è immediata : non me ne frega un cazzo; se dovessi giudicare in base
alla figa che ho avuto l’onore di toccare direi giovane; se dovessi analizzare
lo stile con cui stoppo un pallone direi babbissimo.
Pertanto
ho deciso di contribuire alla creazione di questo manoscritto con tutto ciò che
a me ha sempre fatto impazzire nel complesso mondo del Giovane/Babbo. [Con la G
maiuscola]
Nella
mia feroce adolescenza ho veramente incontrato di tutto : dallo scolaretto
untissimo al guappo di Sarzana. Veri Giovani con il Fifty, con il carburatore
“19” e la Proma. Altri con quella orrenda imitazione del “Ciao”, com’è che si
chiamava? Aveva il nome spagnoleggiante, faceva i 24Km/h ed era venduto
solamente in colorazioni tipo verde pistacchio, rosa mollo o grigio non metallizzato.
Non sapete il nome? Ve lo dico io : TOLEDO.
Il
Giovane, ricordo, aveva anche la moto da cross introvabile ed elaboratissima. E
misurava la velocità del bolide sfrecciando sullo stradone affiancato da un
amico più grande con una moto di grossa cilindrata; di solito l’amico mentre lo
affiancava guardava il contachilometri e gli urlava : “SEI SUI
NOVANTACINQUEEEEE!!” . Qui il giovane assumeva un’espressione scazzata, e dopo
essersi fermato buttava lì frasi intrise di una falsa delusione : “.. Non va un
cazzo..Pensavo meglio” .
Già,
l’amico più grande. Il giovane gira sempre con gente più grande. Il babbo gioca
con le cugine.
Ho
conosciuto i cattivi della classe; gente tosta, capace di pisciarti nella tasca
del cappotto appeso fuori dalla classe. Quelli che tutte, ma proprio tutte le
mattine calpestavano, il panino con uovo e frittata di carciofi del babbo, per
poi rimetterlo puntualmente nel ripiano inferiore del suo banco.
Eccolo,
il babbo; in media costruito morfologicamente male. Fianchi larghi, spalle
strette, in alcuni casi gambe a x. Sempre, ascella che sa di cipolla. In ogni
occasione le ghiandole sudorifere sono pronte a secernere quel liquido
mefitico. Un saluto di una “Preppy” [Rarissimi nei suoi confronti], una domanda
di una professoressa, un motorino rumoroso che arriva alle spalle, uno sguardo
un po’ duro di un giovane.
E
poi il fiato. Da cammello. In ogni ora, del mattino e della sera, la stessa
tonalità tombino.
Il
giovane, a scuola con Zainetto stracciato, due libri de “Il Libraccio”, una
penna. Diario gonfio di cazzate, ma messe bene, non da babbo. Solitamente ha
l’adesivo degli Hell’s Angels, rotondo con lo scheletro a braccia conserte,
oppure quello della Fossa con il CHE blu su sfondo rosso.
Battuta
sempre pronta, tempo comico innato. Riesce a far ridere anche la prof, ma non è
mai leccaculo. Rutta immancabilmente ad ogni cambio ora. E’ intelligente ma non
si applica. Basterebbe tanto così, dicono ai suoi genitori. Ma lui se ne fotte.
Il
suo banco è sempre laterale appoggiato alla parete, o l’ultimo in fondo.
Nella
cartellina di Tecnica ha un “Le ORE Mese”.
Ha
l’intuizione che fa sospirare la Professoressa.
Ingaggia
dibattiti furibondi durante l’ora di religione.
Legge
la Gazza durante quella di Inglese, perché pronuncia con la facilità di Mick
Jagger qualunque frase gli venga richiesta. [Potenza del Rock]
Arriva
dopo alle pizzate di classe, perché ha da fare.
Il
giovane ha sempre da fare.
Si
siede in mezzo agli amici festanti ammiccando e facendo cenni e esordisce fra
gli astanti con frasi del tipo “ Niente niente, sa lui.. POI TI DICO” . E giù
risate.
Saluta
due o tre avventori nei tavoli vicini. Conosce tutti.
La
pizza arriva anche per lui, perché è un habitué del locale, conosce “Gino”.
Il
Babbo alza la mano e viene smerdato. Sempre. Non ha facoltà di parola, da quel
giorno in cui ha fatto il grave errore di affermare :” Professoressa, ma oggi non c’era
l’interrogazione?”
Il
babbo non ha tempo comico. Se fa una battuta ride solo lui, e la sua cerchia
eventuale di babbi.
Nel
novanta per cento dei casi la battuta è inerente all’argomento di studio ed è
un gioco di parole di quart’ordine. Lui ammicca verso gli altri, facendo il
classico gesto del pollice/indice messi ad uncino a sottolineare “il nesso”.
Ha
l’astuccio con la fibbia, in cui tiene gelosamente un compasso di acciaio
temperato con braccetto snodabile e blocca / apertura. Il tutto gli è stato
regalato per la comunione.
Ha
la Papermate.
Ha
la riga da 60 con gli spigoli perfetti.
Ha
lo zaino di pelle marrone.
Ha
i mocassini con il dorso intrecciato tipo vimini, con la punta leggermente
all’insù, ed il pantalone con la riga.
Ha
il maglione kaki a rombi.
Ha
il giubbotto di Jeans della Carrera blu scurissimo.
Ha
il diario riempito di cazzate, ma messe male. Tipo moto ritagliate, la foto di
Den Harrow, la scritta “Oggi sono veramente triste” fatta con l’UniPosca dorato
e lasciato aperto nella speranza che qualcuno gli domandi il perché del suo
disagio.
Se
ha un adesivo, di solito ha il “Sampdoria Club A. Bollano” con l’Europa
stilizzata ed i piedoni tricolori sopra, oppure il “Genoani si nasce fighi si
diventa” con Lupo Alberto vestito da Fred Astaire.
Studia
e prende appunti come un forsennato.
E’
additato ad esempio dalle prof. durante i cazziatoni nei confronti del giovane,
con frasi crudeli del tipo : “ Ecco vedi, lui magari non ci arriva con la tua
facilità, ed è proprio per questo che, se devo promuovere qualcuno, premio lui
perché si impegna tantissimo!!”
Il
babbo è fiero di questa cosa.
Il
babbo studia qualche strumento strano, tradizione di famiglia, tipo la farfisa
290 tasti o la viola.
Partecipa
alla pizzata di classe con il maglione attorno al collo legato con il
“mallocco” fra le due maniche.
Gli
sbagliano immancabilmente la pizza.
Parla
con i compagni babbi della facilità dell’integrale inserito nell’ultimo compito
di matematica.
Ammicca
a voce alta verso l’altro lato del tavolo, pensando “fuori dalla classe è
un’altra cosa”.
Di
solito dice “EHI, CHICCO!” sorridendo, e ricevendo il classico “CAZZO VUOI,
BABBO!!”
Il
giovane prende tre materie.
Il
babbo è promosso e fa i compiti delle vacanze a Giugno “Così ho tempo libero
durante l’estate”.
Il
giovane va a ripetizione per due giorni prima degli esami di riparazione,
abbronzatissimo e in infradito.
Viene
promosso perché è giovane, e perché gli fanno la domanda sull’argomento a
piacere.
Già,
le vancanze estive. Il bellissimo ritrovo dei “Bagni Miramare”.
Anche
li, il giovane. Abbronzato subito e senza essersi mai sdraiato un secondo in
spiaggia. L’unica occupazione è chiudersi nelle cabine con le fighette
milanesi. Gioca ad “Asteroid” pestando sui tasti e gridando frasi a caso che
-comunque- fanno sempre ridere chi gli sta intorno. E’ simpatico a prescindere.
Sentenzia su qualunque cosa, parlando per ultimo e scatenando risate a
discapito di chiunque.
Fuma
e i suoi lo sanno.
Esce
più tardi e se ne va prima argomentando “Perché domani gioco”, mentre gli altri
schizzano di corsa perché hanno il coprifuoco alle 23 in punto.
Limona
sugli scogli, ma a differenza degli altri lui tocca anche la figa. Da dentro i
jeans, non da fuori.
Il
babbo gioca a pallavolo tutto il giorno. Asterod gli è proibito dalla madre.
Al
flipper non trova mai libero, assiste impotente a ore di scianche sfrenate con
risate fra giovani. Quando tocca a lui tutti si eclissano per fare dell’altro,
mentre lui rimane solo, infilando tre palline centrali perfette fra le palette
di seguito per un totale di 237 punti. Il record è del giovane, e campeggia li,
in bella evidenza sul tabellone, scritto su un foglietto ed attaccato con lo
scotch. CHICCO 23.456.200 punti.
Il
babbo. Solitamente con il disegno della canottiera tatuato sulla pelle. Costume
a mutanda durante la moda dello slip, con lo slip durante il boom del Sundek.
Si
presenta con : Asciugamano /
Telo da mare con raffigurato Enorme segno Zodiacale.
Vasetto da 1
Kg. Di Lancaster.
Sandalo rosso
oppure azzurro in gomma con fibbia laterale “Perché ci sono i ricci”.
Si spalma subito ovunque, venendo investito
da una nube di sabbia, causata dal gruppo adiacente di Giovani che sta facendo
un’americana all’ultimo sangue.
Non fa il bagno prima di quattro ore
dall’ultimo pasto.
Gli scappa puntualmente la cacca ogni volta
che mette piede in spiaggia, e si ritira nel cesso nel momento di calca
maggiore, durante la doccia dei bambini con le mamme.
Prende “Il
Concertino” all’Amarena.
Di solito è con la zia. Alla malparata è con
una cugina, costantemente quest’ultima è il cesso della spiaggia e quindi lui
non fraternizzerà mai con nessuno, in quanto l’habitué del posto è lei e sta
sul cazzo a mezza spiaggia in quanto rompicoglioni. La mezza spiaggia è quella
dei giovani.
Conosce due ragazzi il giorno prima della
partenza. Spera di reincontrarli alla sera, ma piove e quindi nessuno esce in
passeggiata.
Il
giovane è “in cocca” col bagnino.
Scrocca
il moscone per tutto il pomeriggio e va al largo per limonare.
Si
presenta con : Pantalone di
jeans corto, solitamente a torso nudo e scalzo, da casa alla spiaggia.
In alternativa
arriva in motorino posteggiando vicino al flipper, sempre e comunque scalzo.
Saluta tutti, dal
più anziano al bambino in carrozzina, e tutti lo salutano.
Prende la rincorsa
da sotto il portico ed a qualunque ora si tuffa come un delfino in mare.
In presenza di figa,
di solito salta a piè pari tutta la fase dei saluti. Posteggia e parte con la
rincorsa.
In questo caso tutti
lo accolgono con “OU E’ ARRIVATO CHICCO” [Alta percentuale di giovani con nome
Chicco] “BELIN FINALMENTE”.
Esce dall’acqua con
nonchalance, sedendosi subito vicino alla figa nuova di turno.
Si scrolla l’acqua
dai capelli e le sorride.
Si accende una siga
senza bagnarla.
[..Segue..]